Passando al secondo punto di vista, Milano figura 96esima su 719 città mondiali per posizionamento medio nelle classifiche, anche in questo caso risultando ultima tra i suoi benchmark. Il confronto con il posizionamento complessivo dell’anno precedente, condotto considerando il ‘campione chiuso’ delle 33 classifiche per le quali disponiamo di raffronto temporale, restituisce un arretramento di tutte le 11 città globali analizzate, con la unica eccezione di Berlino. La regressione appare legata principalmente a tre fattori. In primo luogo, incidono caratteristiche proprie delle singole città (per far luce su questo, in seguito per Milano viene condotta una analisi disaggregata per dimensioni). In secondo luogo, l’ampliamento da una edizione all’altra del numero di città analizzate dai ranking provoca un aumento del livello di competizione. In terzo luogo, infine, si rileva una scalata da parte di città esterne a Europa e America, in particolare asiatiche.
Conduciamo quindi una riflessione più granulare su Milano, utile a disaggregare il (non brillante) posizionamento medio complessivo e a far emergere distinzioni tra i diversi elementi di competitività percepita della città.
Milano è ben avvertita in qualità di meta turistica e di eventi sportivi, dimensione in cui riscontra il posizionamento più alto: 13esima, a parità con Amsterdam e davanti a Chicago e San Francisco, inoltre in crescita rispetto al 2022. Altro punto in avanzamento è l’ecosistema dell’innovazione (41esima), dove, tuttavia, rimane ultima tra i benchmark.
Rispetto al dato medio, si conferma meglio percepita anche per quanto riguarda la centralità nelle reti globali, posizionandosi al 31esimo posto come nella precedente edizione, in linea con Berlino e sopra Barcellona.
Tra gli ambiti in cui meglio si pone verso l’esterno continuano a emergere la vocazione per il business (22esima) e la visione pluridimensionale (43esima), ma per entrambe si riscontra un arretramento rispetto alla scorsa rilevazione. Queste dimensioni richiedono dunque un monitoraggio attento, per evitare che elementi di ricchezza possano trasformarsi in vulnerabilità.
Spostando l’attenzione verso i punti d’ombra, il percepito in termini di attrattività verso i talenti emerge come segnale d’allarme: Milano è mediamente 56esima, in netto distacco dai peer (tutti sopra il 50esimo posto), e pure in peggioramento rispetto allo scorso anno. Anche l’attenzione verso gli aspetti green & smart risulta tra le criticità del capoluogo lombardo, che in 83esima posizione si colloca in fondo alla classifica rispetto ai benchmark, seppur senza registrare un deterioramento in confronto al 2022.
Infine, si conferma penalizzante il fattore congestione e qualità della vita, rispetto al quale Milano risulta 268esima a livello globale. Bisogna, tuttavia, sottolineare che questa dimensione rappresenta una debolezza anche per i dieci benchmark, tra i quali solo Amsterdam e Tokyo sembrano soffrirne in minor misura, essendo le uniche sopra alla 200esima posizione. Inoltre, la percezione della vivibilità è l’unico elemento di vulnerabilità del capoluogo lombardo ad aver registrato un miglioramento rispetto allo scorso anno, avanzamento che risulta anche il più marcato tra i peer, molti dei quali perdono al contrario posizioni. Sarà particolarmente importante monitorarne nel tempo le evoluzioni.