Osserviamo la performance economica delle aree urbane in termini di valore aggiunto, di fatturato dei settori produttivi e di tasso di disoccupazione, per studiare la loro capacità di generare ricchezza e offrire opportunità lavorative.
Aggiornato a ottobre 2023
Osserviamo la performance economica delle aree urbane in termini di valore aggiunto, di fatturato dei settori produttivi e di tasso di disoccupazione, per studiare la loro capacità di generare ricchezza e offrire opportunità lavorative.
Nel 2022 prosegue la ripresa economica dalla crisi pandemica per le città benchmark, che dopo il rimbalzo del 2021 vedono traiettorie positive ma con inclinazioni differenti. L'incremento più marcato rispetto al 2021 ha interessato Amsterdam (+8,4%), seguita da Barcellona (+6,6%); notevole è anche la performance di Berlino (+4,9%) e della stessa Milano (+4,5%), mentre New York (+3,3%), l'Ile de France con Parigi (+2,6%) e il Bayern con Monaco (+2,1%) segnano crescite di Pil più contenute.
Guardando al confronto con il pre-pandemia, Barcellona e Parigi sono le uniche tra i benchmark a non essere ancora tornate sui livelli di Pil del 2019, distanti rispettivamente del -0,5% e -0,9%. Tra i peer che, invece, sono riusciti a colmare il gap con il pre-Covid, troviamo Monaco all'estremo inferiore (+1,1%) e Milano all'estremo superiore, con una crescita di valore aggiunto del +6,0% nel 2022 sul 2019, la più alta quindi tra le città considerate e ben oltre il +1,0% registrato a livello nazionale. Nel mezzo si collocano Chicago (+3,5% sul pre-pandemia), New York (+4,1%), Amsterdam (+5,3%) e Berlino (+5,8%).
Con focus sul capoluogo lombardo, la crescita di valore aggiunto del +4,5% nel 2022 sintetizza andamenti differenti tra le diverse parti dell’economia della città: un forte incremento su base annua interessa il settore delle costruzioni (+8,4% sul 2021) e quello dei servizi e del commercio (+5,4%), che invece nel 2021 aveva avuto una ripresa più debole a causa delle restrizioni anti-Covid ancora in atto. Al contrario, il comparto dell'industria subisce una flessione del -1,0%
Allungando l’orizzonte temporale al pre-pandemia, nel 2022 prosegue la crescita rispetto ai livelli 2019 (tutti i settori avevano già colmato il gap nel 2021): +33,5% per le costruzioni, +5,5% per i servizi e il commercio e +3,2% per l’industria.
crescita annua di valore aggiunto delle costruzioni (2022)
crescita annua di valore aggiunto dell'industria (2022)
crescita annua di valore aggiunto dei servizi e del commercio (2022)
Nota: per le regioni tedesche il dato si riferisce al territorio comunale. Dati 2022 non disponibili per Londra e San Francisco.
Tokio non ha dati disponibili.
In termini di fatturato settoriale, dai consuntivi al secondo trimestre 2023 emergono differenti velocità di crescita. Rispetto al periodo aprile-giugno 2022, gli incrementi più marcati riguardano il comparto dei servizi alle persone (+16,0%) e quello di alberghi e ristoranti (+14,2%), intensità probabilmente dovuta al completo allentamento delle misure restrittive volte al contenimento della pandemia nel 2023. Sempre positiva, ma in netto distacco da quelle appena riportate, la crescita del fatturato manifatturiero (+4,9%), del commercio alimentare (+4,5%) e dei servizi alle imprese (+3,4%); ancora più contenuta la variazione registrata dal settore del commercio non alimentare, appena un +0,9%.
Nel confronto con il secondo trimestre 2019, cresce il fatturato del manifatturiero (+35,9%), dei servizi alle imprese (+20,2%), di alberghi e ristoranti (+19,8%) e del commercio non alimentare (+8,3%), mentre i settori del commercio alimentare e dei servizi alle persone non hanno ancora colmato il gap con i livelli del pre-pandemia, distanti rispettivamente del -6,1% e del -9,9%
Andamenti verso la stessa direzione ma a ritmi divergenti si osservano anche lato mercato del lavoro. Dopo il quadro del 2021, che aveva visto tassi di disoccupazione sia crescenti (i.e. Berlino e Milano), sia stazionari (i.e. Monaco, Parigi), sia in diminuzione (i.e. Barcellona, Chicago, New York, San Francisco), nel 2022 l'indice cala per tutte le realtà considerate. Nonostante il rientro generalizzato dei livelli di disoccupazione, tassi elevati permangono a Barcellona (al 9,7% dall'11,2% del 2021) e Berlino (all'8,8% dal 9,8%). A seguire troviamo il 5,7% di Parigi (dal 6,5%) e il 5,4% di Milano, in calo dal 6,5% dell'anno precedente; tassi inferiori al 5% si registrano a New York (al 4,7% dall'8,4%), Chicago (al 4,7% dal 6,4%), Londra (al 4,5% dal 6,0%) e Monaco (al 4,3% dal 4,8%). Infine, San Francisco è la città che nel 2022 ha l'indicatore di disoccupazione più contenuto, pari al 3,0% e in diminuzione dal 5,5% dell'anno precedente. Nel confronto con la situazione del pre-pandemia, solo Barcellona, Milano e Parigi hanno registrato nel 2022 livelli di disoccupazione più bassi rispetto al 2019.
MILANO
tasso di disoccupazione nel 2022
SAN FRANCISCO
MONACO
LONDRA
CHICAGO
NEW YORK
PARIGI
BERLINO
BARCELLONA
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