Nel dettaglio, investitori specializzati e corporate contano per quasi la metà (il 49,5%) delle startup e PMI innovative milanesi: solo il 49,1% presenta investimenti promossi, esclusivamente, da persone fisiche o ditte individuali, a fronte di un 61,6% italiano. Questo dato è tanto più rilevante se si considera la performance economica delle startup e PMI innovative: a Milano, le realtà finanziate da investitori specializzati e CVC hanno infatti generato i ricavi maggiori nel 2022, con un valore della produzione mediano pari rispettivamente a 126mila e 658mila euro. Cifre superiori al dato nazionale che, invece, si attesta a 109mila euro per CVC e 350mila euro per investitori specializzati.
“Si tratta di elementi che rappresentano, oggi più che mai, una prospettiva di sviluppo per l’intero Paese, non foss’altro per il coinvolgimento che ne può derivare con centri di ricerca, università e incubatori d’impresa - ha aggiunto Chiarini –. Ma non solo, penso anche alle opportunità legate a una sempre più stringente alleanza che può nascere con le grandi aziende: le startup, infatti, sono più inclini al cambiamento e attente al digitale; dal canto loro, le imprese mature dispongono di risorse più strutturate. Insieme possono diventare artefici di un connubio che può garantire una traiettoria di crescita per loro stessi oltre che per il territorio che rappresentano. In quest’ottica, il corporate venture capital deve diventare, sempre di più, un mezzo di finanziamento per sostenere le nuove realtà che si affacciano sul mercato, per alimentare una spirale di crescita a beneficio della nostra economia”./span>