Lo scorso anno, infatti, il valore aggiunto della Città metropolitana di Milano ha superato in valore i 195 miliardi di euro, con una crescita annua pari al +1,5%, ben più di Lombardia (+0,9%) e Italia (+0,7%). L’incremento è dovuto interamente alle performance del settore dei servizi, che ha più che compensato la contrazione dell’industria: su di essa, ha pesato la decelerazione delle principali economie mondiali, la stagnazione dell’area euro e, in particolare, la recessione della Germania. Si pensi ad esempio che, dopo anni segnati dal primato tedesco, nei primi nove mesi del 2023 la Francia è diventato il primo mercato estero europeo delle imprese milanesi: tra gennaio e settembre dell’anno scorso l’export di Milano è stato di 3,4 miliardi di euro verso la Francia e di 3,3 miliardi verso la Germania.
Nel complesso, la dinamicità del biennio 2021-2022 e la consistente tenuta nel 2023 conducono il capoluogo lombardo a superare del +10,2% i livelli di valore aggiunto del pre-pandemia; un incremento pari a quasi il doppio della Lombardia (+5,5%) e oltre tre volte il risultato dell’Italia (+3,0%). Il ritmo di crescita milanese è nettamente superiore anche a quello di città europee benchmark come Barcellona e Monaco che, sulla base delle stime, si collocano rispettivamente al +1,8% e al +0,8% nel confronto con il 2019.
Anche in prospettiva, il ritmo di espansione di Milano rimarrà sopra quello dei principali benchmark, sebbene il 2024 si riveli ancora denso di incertezze: dal perdurare della guerra in Ucraina alla volatilità in Medioriente che sta riaccendendo tensioni lato offerta (il prezzo dei noli marittimi sulla rotta Shangai-Genova è più che quadruplicato dalla fine dello scorso ottobre). Nello scenario più recente, quest’anno si prevede che il valore aggiunto di Milano cresca del +0,8% a fronte di incrementi di PIL del +0,6% in Lombardia e del +0,4% in Italia (previsioni Prometeia). Nel dettaglio dei macrosettori, l’industria milanese è attesa rallentare del -0,6% (comunque meno che nel recente passato), i servizi proseguire in aumento del +1,2%, le costruzioni frenare al -4,1% con il venir meno dei forti incentivi.