Aggiornato a marzo 2024

Mercato del lavoro

Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro a Milano

15-03-2024

Le aziende milanesi sono alle prese con difficoltà sempre più crescenti legate alla ricerca di personale. Il disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro trova oggi un oggettivo riscontro anche sul tasso di disoccupazione che, in base all’ultimo dato disponibile risalente al 2022, è sceso al 5,4%; un dato inferiore al 5,9% rilevato nel pre-Covid (2019).

Esecutivi, specialisti e tecnici le figure professionali più ricercate dalle imprese

Il tessuto economico di Milano mostra una natura polisettoriale: al “cuore” manifatturiero, infatti, si affiancano le realtà impegnate nel campo dei servizi innovativi ad alto valore di conoscenza. Questa caratteristica emerge dall’analisi dei 325mila gli annunci di lavoro pubblicati nel 2023 nel territorio della Città metropolitana, basata sulle rilevazioni effettuate dalla piattaforma Lightcast.

“Il periodo storico che stiamo vivendo è profondamente caratterizzato, in base alle evidenze emerse, da una vera e propria emergenza legata alla ricerca delle competenze. Una circostanza che impatta negativamente sulle prospettive di crescita delle aziende e, in particolare, sulla propria capacità di innovare”, ha dichiarato Monica Poggio, vicepresidente con delega a Università, Ricerca e Capitale Umano.

Con oltre 80mila annunci, non sorprende, quindi, che la categoria professionale più ricercata sia quella degli specialisti, le cui mansioni richiedono un elevato livello di conoscenza teorica, acquisito attraverso il completamento di percorsi di istruzione universitaria; assieme a quello dei manager (quasi 30 mila), gli “specialist” costituiscono il gruppo professionale che presenta la maggior quota di mercato (35%). L’elevata concentrazione di grandi imprese e di multinazionali, che nel territorio localizzano le loro sedi amministrative e commerciali, è inoltre alla base dei quasi 80 mila annunci legati alla ricerca di figure esecutive: in particolare, si tratta di impiegati d’ufficio e di profili commerciali, che rappresentano un quarto del totale.

L’importante settore manifatturiero, rappresentato in particolare dalla meccatronica, dal comparto chimico-farmaceutico, dalla moda e dall’alimentare, genera un’intensa domanda di tecnici (54 mila annunci, pari al 17% della domanda) ma anche di “colletti blu”: gli annunci riservati a operai specializzati e conduttori d’impianti, infatti, sono 30 mila, quasi il 10% del totale. Tale scenario è completato con un residuo contenuto - pari al 13% della domanda milanese - relativo alla ricerca di figure non qualificate.

325mila

annunci di lavoro nella Città metropolitana di Milano (2023)

35%

manager e specialisti

25%

figure esecutive

17%

tecnici

13%

non qualificati

10%

colletti blu

A Milano introvabile il 40% dei candidati: mancano le competenze

Un “mismatch” evidente emerge dalle indicazioni dell’indagine Excelsior sulle difficoltà incontrate dalle imprese per reperire specifici profili. Con particolare riferimento alla Città Metropolitana di Milano si registra una media di 4 candidati introvabili su 10. Le maggiori criticità riguardano operai specializzati e conduttori; il 52% delle ricerche non vanno a buon fine. Non meno problematica è la situazione dei “tecnici”: i candidati che non rispondono alle specifiche ritenute più significative rappresentano il 47% dei casi, con picchi del 60% per tecnici informatici e professionisti in campo ingegneristico e del 75% per i tecnici della salute. Anche tra i manager e gli specialisti si registra un preoccupante 43%. Un dato che va considerato anch’esso come un campanello d’allarme, trattandosi del gruppo professionale più significativo per la realtà milanese e rappresentando oltre un terzo della domanda. La ricerca diventa particolarmente complicata per specialisti di database e specialisti di progettazione applicazioni.

“Investire nello sviluppo delle competenze manageriali è, sempre di più, un ulteriore fattore strategico per la competitività, in uno scenario economico caratterizzato da crescente complessità”, ha aggiunto Monica Poggio. “La formazione più ‘tradizionale’, in tal senso, deve essere affiancata da modelli innovativi in una logica di supporto consulenziale al management dell’impresa”

Le criticità certificate, spesso, non sono dovute all’assenza di candidati ma, piuttosto, all’assenza di competenze di chi si presenta al colloquio. Tra le “skill” più ricercate, la conoscenza delle lingue, tanto importanti in un contesto economico “export oriented”, e il digital. In alcuni casi, a mancare sono le “soft” (problem solving, flessibilità, adattabilità, gestione del tempo): qualità ormai indispensabili per interpretare una realtà che la digitalizzazione stessa contribuisce a rendere più complessa, oltre che in continuo cambiamento.

“Assolombarda, consapevole della centralità del capitale umano sta lavorando per migliorare i processi di inserimento lavorativo dei giovani in azienda. Un obiettivo che può diventare realtà anche attraverso un dialogo costante tra imprese, scuole, Its e Università, per favorire lo sviluppo di competenze coerenti con quelle richieste dal mercato del lavoro”, ha concluso Monica Poggio.

la % di ricerche di operai specializzati e conduttori che non vanno a buon fine

52%
47%

la % di ricerche di tecnici che non vanno a buon fine

 
 
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