Un secondo elemento importante, che può sorprendere, è la minore perdita di occupazione delle donne a Milano nel 2020, in controtendenza rispetto a quanto si osserva nel complesso del mercato del lavoro italiano. La minor penalizzazione della componente femminile qui rispetto al resto del Paese è legata da un lato alla maggiore presenza di donne in settori rilevanti nell’economia locale e fondamentali nella pandemia, come la sanità e il commercio di beni essenziali, e dall’altro alla loro concentrazione in lavori a maggiore contenuto professionale dove è stato possibile un uso più esteso dello smart working di emergenza. Così, nei numeri assoluti la perdita di occupazione a Milano si attesta a -5.128 unità per le donne, pari a -0,7%, a fronte dei -14.907 occupati maschi, ossia -1,8%.
Terzo, questa crisi si differenzia dalle passate per una crescita più rapida e consistente della inattività, in particolare per effetto dello scoraggiamento. Tra il 2019 ed il 2020, infatti, la quota di popolazione che non ha un lavoro né lo cerca (gli inattivi) è aumentata sia tra gli uomini (dal 19,8% al 22,3%), sia tra le donne (dal 30,1% al 31,8%, quindi con una crescita più contenuta di +1,7 punti), ma la stessa dinamica nasconde una differenza sostanziale. Tra gli uomini è diventato inattivo sostanzialmente chi ha perso il lavoro, il calo dell’occupazione maschile è infatti speculare, -2,6 punti, e il tasso di disoccupazione rimane sostanzialmente invariato. Al contrario, la maggior quota di donne inattive deriva in parte dal calo del tasso di occupazione (-1,2 punti), in parte dalla diminuzione della disoccupazione (-0,5 punti, dal 6,3% del 2019 al 5,8% del 2020). Pertanto, per la componente femminile la condizione di inattività (e l’effetto scoraggiamento) si è verificata sia tra chi ha perso il posto di lavoro, sia tra chi ha smesso di cercarlo.
Rispetto a questa dinamica complessiva, a Milano si distinguono le donne tra i 18 e i 29 anni, che nell’anno della pandemia non hanno rinunciato a cercare (e alcune a trovare) opportunità lavorative: nel 2020 infatti diminuiscono le giovani inattive (-0,6 pp, dal 49,2% al 48,6%), aumentano le disoccupate (+0,7 pp), crescono lievemente le occupate (+0,2 pp).