A questo monitoraggio dell’attrattività internazionale di Milano, è infine importante affiancare anche una analisi più ampia dell’ecosistema istruzione-ricerca–innovazione. È noto che l’ecosistema lombardo, con fulcro in Milano, sia punto avanzato dell’innovazione italiana: qui si attiva il 20% della spesa in R&S, lavorano il 21% dei ricercatori, si effettua il 31% della ricerca scientifica più altamente citata, viene registrato il 33% dei brevetti, ha sede il 27% delle startup.
Tuttavia, non mancano ‘numeri da cambiare’. Ad esempio, pur in robusto avanzamento nell’ultimo quinquennio l’investimento in R&S rimane assai ridotto: i 5,3 miliardi di euro di spesa della Lombardia (dati 2019, di cui il 40% stimabile a Milano) equivale all’1,33% del PIL, contro il 5,76% in Baden-Württemberg, il 3,42% in Bayern, il 1,52% in Cataluña.
Così, il numero di ricercatori (sia italiani sia soprattutto stranieri) è più basso: 1,0% degli occupati in Lombardia, 2,4% in Baden-Württemberg, 1,7% in Bayern, 1,3% in Cataluña. Si aggiunge il fatto che secondo i dati dello European Research Council, più della metà dei ricercatori italiani di elevato profilo vincitori di un grant europeo svolgono la propria attività in una istituzione estera (questa percentuale è del 20-35% in Francia, Spagna e Germania).
Potenziare questo ecosistema significa lavorare sull’ambizione e la competitività globale di Milano, sinergicamente a livello locale tra sistema d’istruzione e di ricerca, imprese e istituzioni.