Edizione 2022

Your Next Milano

Ripartenza e performance nel confronto internazionale

23-06-2022

In questa seconda edizione, Your Next Milano presenta elementi di continuità e novità. Il tratto continuativo è insito nel titolo: ‘next’. Il valore dell’analisi si esplicita difatti nell’interpretare i numeri del passato recente per riflettere sulle possibili evoluzioni e sfide in prospettiva. Le novità sono invece nell’approccio allo studio delle città. Nell’edizione 2021 l’attenzione è stata inevitabilmente agli impatti e ai cambiamenti indotti e accelerati dallo shock pandemico sul tessuto economico e sociale della sola Milano. Nell’edizione 2022 il passaggio evolutivo obbligato è verso l’analisi della ripartenza e della dinamica di Milano nel confronto internazionale, allargando lo sguardo dall’emergenza alla performance competitiva dei territori. 

Confini dell’analisi

Per il confronto internazionale, si individuano dieci città che insieme al capoluogo lombardo sono integrate e rilevanti nel network economico globale secondo autorevoli ranking e fonti, pur con identità e funzione diverse: Barcellona, Monaco e Chicago, nodi di rilievo in virtù di un ruolo essenzialmente economico-produttivo, al pari di Milano (Monaco connotandosi per uno sviluppo ‘hard’ lungo la direttrice talenti-imprese-innovazione, Barcellona per uno sviluppo ‘soft’ in ambito turismo-entertainment-creatività, Chicago per il bilanciamento tra componenti ‘soft’ e ‘hard’); Berlino, Parigi e Tokyo, capitali politiche; Londra e New York poli finanziari globali, oltre che capitale politica la prima; San Francisco, hub internazionale dell’innovazione; Amsterdam, capitale e centro logistico.

L’equazione della performance competitiva dei territori

Dal punto di vista tematico, l’analisi si concentra sulla misurazione di tre variabili chiave: percezione, attrattività ed economia. 

La prima variabile analizzata è la percezione, misurata qui come risonanza, posizionamento e popolarità. È la dimensione di performance incentrata sull’immagine, un’immagine che è il risultato, talvolta parziale e filtrato, sia della narrazione esterna (dunque di come la città si racconta al mondo) sia della lettura interna della città (ossia l’esperienza di visitatori e cittadini).

Innanzitutto, Milano è sempre più città risonante a livello internazionale insieme alle maggiori capitali politiche: compare oggi in 27 dei 33 ranking globali analizzati, più di quanto accadesse prima dell’avvento della pandemia, risultando così la 21esima città più ‘attenzionata’ delle 719 considerate nel complesso delle classifiche. Analoga risonanza contraddistingue Monaco e Barcellona e, tra tutte, solo Londra, New York e Parigi sono presenti nella totalità delle classifiche. 

Inoltre, pur comparendo in numerosi ranking, il posizionamento di Milano nelle 33 graduatorie è arretrato rispetto ai benchmark: risulta mediamente al 98° posto, con un chiaro punto di debolezza in ‘congestione e qualità della vita’ (331°, comunque al pari di tutte le maggiori città globali), ma anche margini di miglioramento in ‘ecosistema innovazione’ (48°), ‘hub talenti’ (52°) e ‘attenzione a green e smartness’ (91°). Al contempo, ha consolidati punti di forza nelle dimensioni ‘meta turistica e per eventi sportivi’ (14° davanti a Amsterdam e San Francisco), ‘place for business’ (21° davanti a Monaco e Berlino) e ‘nodo nelle reti globali’ (31° davanti a Monaco, Barcellona e Berlino). 

Infine, se per posizionamento medio nei ranking non spicca, Milano è sesta città più popolare su Google tra i benchmark, a metà classifica davanti a Barcellona, Monaco e San Francisco e capitali come Amsterdam e Tokyo.

In generale, emerge una positiva correlazione tra risonanza nei ranking internazionali e popolarità nelle ricerche on line, a testimonianza di una coerenza di fondo tra i diversi indicatori scelti per misurare la reputazione di una città. Tuttavia, nel caso di Milano ciò non si ritrova pienamente, il che suggerisce la possibilità che alcune interpretazioni alla base delle classifiche, la cui soggettività è per costruzione intrinseca, non rispecchino appieno l’effettiva notorietà del capoluogo lombardo, plausibilmente anche per la crescita solo recente che sta registrando in questo ambito. 

Milano è 21esima città più ‘attenzionata’ delle 719 considerate nei ranking internazionali

21
98

Milano è 98esima città per posizionamento medio nei ranking internazionali

La seconda variabile di comparazione è l’attrattività, ossia la capacità dei fattori in dotazione alla città di rispondere alla domanda degli stakeholder. In questo, Milano continua a mostrare ampie distanze da molti dei benchmark considerati, tuttavia si conferma anche in questi ultimi due anni di pandemia la positiva progressione nel confronto internazionale. 

Lato imprese, nel 2021 attrae 69 investimenti esteri ‘greenfield’, in deciso aumento rispetto ai 52 progetti nel 2020 e ai 53 in media annua nel triennio 2017-2019. Grazie a questa crescita, risulta l’unica città insieme a Berlino ad aver superato il pre Covid.

Cresce anche la presenza di studenti dall’estero: sono più di 15mila i giovani universitari internazionali negli 8 atenei della città metropolitana, il 6,7% del totale studenti nell’anno accademico 2020-2021, una quota superiore al 6,1% del 2019. 

Tuttavia, per Milano rimangono consistenti distanze nella quantità di investimenti e giovani attratti dai benchmark più performanti. Infatti, i 69 greenfield di Milano sono più che a San Francisco (45) e Chicago (41), ma risultano circa la metà di quelli di Barcellona (117) e Amsterdam (112), ancor meno di quelli di Parigi (137), New York (170) e Berlino (179), appena un quinto dei 339 di Londra top performer. Al contempo, la percentuale del 6,7% di studenti internazionali del capoluogo lombardo è paragonabile a quella di Barcellona, ma decisamente più ridotta del 30% circa di Londra e New York e del 15-20% di Berlino, Monaco, Parigi, San Francisco e Amsterdam.

Infine, in termini di attrattività di turisti, nel 2021 e nei primi mesi del 2022 Milano riparte più veloce di molte città, dopo la battuta d’arresto nel 2020, massima tra i benchmark in termini percentuali. Nel 2021 Milano è meta di 3,1 milioni di visitatori, un numero ben più elevato degli 1,9 milioni nel 2020, sebbene ancora notevolmente inferiore al record di 8,0 milioni nel 2019 (-61,6%, per confronto i gap minori di San Francisco, New York e Chicago sono comunque del -45-50%). L’accelerazione nei primi mesi del 2022 permette l’avvicinamento ai livelli pre Covid (-9% gli arrivi nella Città metropolitana a maggio 2022 su maggio 2019, -3% nel solo Comune).

investimenti esteri greenfield attratti da Milano nel 2021, più dei 53 in media annua nel triennio 2017-2019

69

studenti universitari internazionali a Milano, il 6,7% del totale iscritti

15 mila

i turisti a Milano nel 2021, ancora notevolmente lontano dal record di 8 milioni nel 2019

3,1 milioni

La terza variabile di performance è l’economia, le cui tendenze sintetizzano la capacità dell’insieme degli asset della città di produrre valore in termini di ricchezza e lavoro. 

Nel 2020 tutte le città globali accusano la recessione pandemica (-6,7% il valore aggiunto a Milano) e nel 2021 il rimbalzo è ovunque consistente (+6,4% a Milano), ma nel benchmark solo New York e Chicago riescono in un solo anno a eguagliare i livelli di PIL del 2019. Milano, insieme a Berlino, si avvicina al pre Covid, con a fine 2021 un divario sotto il punto percentuale (-0,7% e -0,6% rispettivamente sul 2019), mentre le altre città sono più distanziate.

Impatti di diversa tempistica e intensità emergono anche sulla disoccupazione, riflettendo differenze nei meccanismi regolatori dei mercati del lavoro. Nel 2020 il tasso di disoccupazione più che raddoppia nelle città americane, mentre l’aumento è decisamente più limitato a Barcellona, Londra, Tokyo o addirittura la percentuale è invariata a Parigi, Monaco, Berlino e anche a Milano (dove si conferma al 5,9%). Nel 2021 il graduale rientro delle misure nazionali di sostegno all’occupazione induce a Milano una crescita del tasso di disoccupazione al 6,5%. Solo Londra registra un profilo di aumento similare, mentre tutte le altre città scendono o stazionano, pur con differenze nel recupero del pre Covid: Parigi e soprattutto Berlino e Monaco registrano un tasso più contenuto, mentre le grandi città americane e Barcellona non chiudono il divario aperto dalla pandemia.

In prospettiva, pur in un contesto di elevate volatilità e incertezza, il PIL di Milano alla fine del 2022 è atteso superare il 2019 del +2,2% e nel 2023 si attesterà a +4,8% (dati riferiti al valore aggiunto, fonte Prometeia). In parallelo, l’occupazione è prevista riallinearsi ai livelli pre Covid nel 2022 (+2,3% nel 2023): se la caduta nel 2020 è stata più contenuta dell’attività economica complessiva è quindi pur vero che il ritmo del recupero del mercato del lavoro è atteso più lento. 

Reazioni e prospettive

A complemento dell’analisi della performance competitiva, si propone una lettura approfondita dei piani strategici pubblicati in reazione alla pandemia da Amsterdam, Barcellona, Berlino, Chicago, Londra e Parigi. Si tratta di città con diversi profili in termini di narrativa e identità, ma anche ruolo e posizionamento globale. Eppure, ne traspare la comunione di intenti verso le grandi transizioni in atto. 

Da essi si evince, innanzitutto, come la crisi pandemica da shock sia diventata catalizzatore di ambizioni e acceleratore di cambiamenti: dall’analisi quantitativa sul testo, la parola ‘opportunity’ appare frequentemente e lo fa più di ‘challenges’. 

Le evoluzioni strategiche di lungo termine sono condivise e corrono lungo tre direttrici dello sviluppo urbano: digitalizzazione, sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Infatti, tra le parole più frequenti nei testi dei piani post Covid vi sono lemmi legati alla ripresa economica nel breve periodo (‘recovery’, ‘economy’, ‘support’, ‘employment’), ma anche alla sfera dei cittadini (‘people’, ‘residents’, ‘social’, ‘communities’, ‘workers’) e alle trasformazioni ambientale e digitale (‘environment’, ‘climate’, ‘spaces’, ‘digital’). 

Inoltre, fattore comune tra i piani legato alle sfere della percezione e dell’attrattività è il tema dell’identità, che alcune ricalibrano, altre riaffermano. 

Infine, risalta l’attenzione al metodo, in termini di ‘analisi dei numeri’ della città per definire le strategie e misurare gli avanzamenti, ma anche di ascolto dei cittadini nell’individuazione delle priorità e di collaborazione con le imprese soprattutto nella fase attuativa.

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