Nel 2020 tutte le città globali confrontate accusano la recessione pandemica, ma con intensità assai differenti. All’estremo inferiore si collocano Barcellona e Madrid, con crolli di PIL a doppia cifra (-11,3% e -10,1% rispettivamente), mentre all’estremo superiore ci sono Berlino (con una flessione del -3,8%) e San Francisco (che rallenta ‘appena’ del -0,8%). Milano registra una diminuzione del valore aggiunto del -6,7%, riportando un bilancio migliore rispetto a quello nazionale, dove la caduta è del -8,8%. Secondo queste stime, le più aggiornate di fonte Prometeia, il capoluogo lombardo ha così performato sopra le attese, rivelando un bilanciamento più favorevole tra la ripartenza veloce del manifatturiero e dei servizi alle imprese e la frenata persistente dei servizi turistici e alla persona, particolarmente colpiti dalle misure anti contagio. Nel confronto con i rispettivi Paesi di appartenenza, anche San Francisco e Londra, così come Berlino, Madrid, il Bayern con Monaco si dimostrano più resilienti, mentre accusano conseguenze economiche maggiormente severe Amsterdam in particolare, Chicago, Barcellona, New York, l’Île de France con Parigi.
Dopo il crollo del 2020, il rimbalzo nel 2021 è ovunque consistente (+6,4% il valore aggiunto a Milano), ma tra le città considerate solo New York e Chicago riescono in un solo anno a tornare (o anche superare) i livelli di PIL antecedenti la pandemia. Milano e Berlino si avvicinano al pre Covid, con a fine 2021 un divario sotto il punto percentuale (-0,7% e -0,6% rispettivamente sul 2019). Le altre città sono più distanziate, soprattutto Barcellona (-6,4% il gap) e Madrid (-4,6%), ma pure Amsterdam (-3,4%).