In altre parole, la crisi pandemica da shock è diventata spunto. Le città hanno accolto le sfide poste e ragionano su come renderle opportunità per realizzare ambizioni e accelerare cambiamenti, mantenendo in ciò una sorta di ‘doppio strabismo’.
Il primo ‘strabismo’ in termini di orizzonte temporale, nella forma in un’attenzione alla ripresa di breve termine e al contempo uno sguardo puntato alle tre direttrici chiave dello sviluppo futuro urbano: digitalizzazione, sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Il secondo ‘strabismo’ in termini di analisi e obiettivi, combinando introspezione e analisi degli equilibri interni alla città per ripartire, con proiezione verso l’estero per ispirarsi, competere, essere resilienti.
Lo si legge nei piani di rilancio di alcune delle maggiori città globali rilasciati nel 2020 sullo spunto della pandemia. Se ne sono approfonditi sei in particolare che, pur nel contesto di ambizioni comuni, colpiscono per la loro ampiezza e diversità: Amsterdam, Barcellona, Berlino, Chicago, Londra, Parigi.
Si tratta di città con diversi profili in termini di narrativa e identità, ma anche ruolo e posizionamento nelle reti globali. Eppure, sebbene con diversi punti di equilibrio tra dimensione interna ed estera, di breve termine e lungo termine, ne traspare la comunione di intenti verso le grandi transizioni in atto.
Per tutte infatti, tra le parole più frequenti nei testi dei piani post-Covid vi sono lemmi legati alla ripresa economica nel breve periodo (‘recovery’, ‘economy’, ‘support’, ‘employment’), ma anche alla sfera dei cittadini (‘people’, ‘residents’, ‘social’, ‘communities’, ‘workers’) e alle trasformazioni ambientale e digitale (‘environment’, ‘climate’, ‘spaces’, ‘digital’). Sempre dall’analisi quantitativa sul testo, la parola ‘opportunity’ appare più frequentemente di ‘challenges’, a sottolineare il ruolo di Covid nel catalizzare energie su progetti sfidanti e lo slancio verso il futuro delle realtà urbane.
Vi sono anche punti di differenziazione, in primo luogo quanto a gerarchia dei termini in base al numero di ripetizioni nel testo. Ad esempio, per Londra, Chicago e Parigi il sostegno alla ripresa nelle parole ‘support’, ‘recovery’, ‘soutenir’ rispettivamente, pesa di più che ad Amsterdam, Barcellona e Berlino dove si contano più volte le parole ‘thriving’, ‘social’ e ‘digital’, ‘development’ e ‘environment’.
Un secondo elemento di diversità è poi nelle parole ulteriori rispetto agli ambiti di attenzione comuni. Si nota così come Amsterdam, ad esempio, ricerchi l’equilibrio tra crescita e sostenibilità dettato dal modello ‘doughnut’ (parola tra le più ripetute, insieme a ‘boundaries’ e ‘wellbeing’), mettendo al centro le persone e il pianeta prima della crescita; oppure come Barcellona sia proiettata in modo più marcato di altri verso l’estero (‘international’, ‘promotion’, ‘tourism’).