Anche i numeri degli studenti internazionali attratti da Milano restituiscono un quadro di crescente dinamismo, a conferma dell’accresciuto posizionamento degli atenei del territorio nel network globale della conoscenza negli ultimi anni e dell’importanza della ‘leva talenti’ come motore di sviluppo passato e futuro della città.
Infatti, nonostante la pandemia e le difficoltà conseguenti negli spostamenti delle persone, nell’anno accademico 2020-2021 sono più di 15mila i giovani universitari internazionali che hanno scelto di svolgere o di completare il proprio percorso di studi in uno degli 8 atenei della città metropolitana, il 6,7% del totale studenti, una quota superiore al 6,1% del 2019. Il grado di internazionalizzazione di Milano è paragonabile a quello di Barcellona, la quale ha una quota di studenti dall’estero pari al 7,8% del totale iscritti (però ancora lievemente indietro rispetto all’8,2% pre Covid), e a quello di Tokyo (9,2% nell’anno 2019-2020). Allargando il benchmark agli altri hub globali confrontati rimane però un ampio divario nella capacità attrattiva della città metropolitana milanese. Londra e New York svettano su tutti con quote di circa il 30% di studenti internazionali sul totale (33,7% e 27,2% rispettivamente nel 2020-2021), beneficiando ovviamente di un’offerta formativa già in lingua inglese e dunque qualificandosi come poli universitari privilegiati per i giovani talenti di tutto il mondo. Vi è poi un secondo ‘blocco’ di città cui guardare, con quote di giovani dall’estero nell’intorno del 15-20%: Berlino (22,3%) e soprattutto Monaco (22,1%) nell’anno 2020-2021 superano le percentuali antecedenti la pandemia, Parigi è al 21,3% (nel 2019-2020), San Francisco al 15,4% e Amsterdam al 14,9%.
Approfondendo i dati di Milano per nazionalità, i primi 15 Paesi di provenienza raggruppano più dei due terzi degli studenti internazionali. Interessante osservare che nelle università del territorio non sono presenti solo studenti che, per vicinanza geografica e facilità di accesso, provengono dalla vicina Unione Europea. I primi posti della graduatoria dell’anno accademico 2019-2020 sono difatti occupati da tre nazioni asiatiche, ossia Cina, India e Iran, che da sole pesano più di un terzo degli studenti internazionali totali. Rispetto all’anno precedente, nella top15 delle nazionalità entrano Brasile, Svizzera e Ucraina, escono invece Serbia, Bulgaria e Regno Unito. Altro aspetto da evidenziare è la dinamica: in termini assoluti, gli incrementi più significativi sono di Albania (quasi +70% di studenti nel biennio), India, USA, Russia e Iran (circa +50%).