Aggiornato a ottobre 2022

Smart City

La smartness di Milano nel confronto internazionale

14-10-2022

Il Booklet Smart City 2022, svolto in collaborazione con EY e giunto alla sua quinta edizione, esplora e soprattutto prova a quantificare il posizionamento di Milano nel confronto con Amsterdam, Barcellona, Berlino, Monaco e Parigi relativamente ad alcune dimensioni della città intelligente e a misura di cittadino: le infrastrutture digitali, la mobilità, l’energia, l’ambiente, i servizi digitali e gli usi degli spazi urbani.

Milano si conferma la più cablata

Anche in questa edizione, Milano risulta avere una buona infrastruttura digitale: la copertura broadband è estesa al 100% delle famiglie (come solo a Barcellona) e la rete wifi pubblica rimane la più capillare con 2.302 abitanti serviti da ciascun hotspot. Cresce inoltre la dotazione di sensori soprattutto in ambito sicurezza e gestione dei rifiuti. Si registrano tuttavia dei gap in termini di performance della rete fissa e mobile, con Milano che si posiziona a metà nel benchmark per velocità di download, upload e latenza.

le famiglie raggiunte da banda ultra-larga a Milano (unica città con Barcellona ad aver completato la copertura)

100%

gli abitanti serviti per hotspot, prima tra i benchmark per capillarità 

(segue Amsterdam con 2.602)

2302

il posizionamento nel benchmark per velocità di upload (4° per velocità di download)

3

Milano sempre più verso un futuro ‘green’, ma ancora critiche qualità dell’aria e diffusione spazi verdi

Il capoluogo lombardo conferma, inoltre, il proprio impegno per la sostenibilità urbana. In ambito mobilità, diminuisce il potenziale inquinante degli autoveicoli (10% delle auto circolanti a Milano sono a basse emissioni, quota maggiore nel benchmark insieme all’11% di Monaco), aumentano più che nel benchmark le colonne di ricarica per le auto elettriche (183 per milione di abitanti nel 2022, 4 volte il numero nel 2017) e l’estensione delle piste ciclabili (doppie rispetto al 2017). Inoltre, cresce la dotazione di bici condivise a 12.316 per milione di abitanti (quasi il doppio che a Parigi) e di scooter condivisi (3.166).

Relativamente ad energia e ambiente, da sottolineare la sempre elevata quota di rifiuti conferita a riciclo (63%, +7 p.p. rispetto a Monaco seconda nel benchmark e +15 p.p. rispetto ad Amsterdam, terza).

Milano continua, tuttavia, a registrare distanze diffuse e rilevanti con le città di confronto, per esempio con riguardo alle infrastrutture per l’elettrico (le 183 colonne per milione di abitanti sono meno della metà di Monaco e un decimo rispetto ad Amsterdam), ma anche alle reti energetiche (la rete di teleriscaldamento è un quinto quella di Berlino; la potenza dei pannelli fotovoltaici installati è la più bassa nel benchmark). I punti maggiormente critici riguardano la qualità dell’aria e la scarsità di aree verdi, due elementi sui quali la città sta agendo, ma purtroppo condizionati anche da geografia e dimensione del capoluogo lombardo.

le colonnine di ricarica delle auto elettriche per milione di abitanti (vs 475 Monaco e 1.694 Amsterdam)

183

la quota di rifiuti destinata alla raccolta differenziata, la più alta nel benchmark (pur con produzione di rifiuti record)

63%

il posizionamento per concentrazione di PM10 e NO2, la più alta nel benchmark

1

Si conferma l’approccio digitale della PA

In termini di fornitura dei servizi e comunicazione della Pa, Milano e i benchmark condividono un approccio sempre più digitale e mostrano un sostanziale allineamento verso l’alto. Tutte, infatti, forniscono online i principali servizi anagrafici e di impresa e registrano un buon livello di innovazione dei pagamenti digitali in ambito turismo e mobilità. Nelle scelte delle piattaforme social per la comunicazione da parte dei Comuni si ricerca un bilanciamento tra i canali utili a rilanciare contenuti maggiormente amministrativi (come Facebook ma soprattutto Twitter, il più seguito a Milano) e quelli più di marketing (Instagram è la piattaforma i cui follower più crescono in tutte le città).

Nell’uso degli spazi urbani, allineate le città sullo smart working, più eterogeneo il ritorno al trasporto pubblico

Quanto agli usi degli spazi urbani, le città analizzate sono accomunate dall’essere ancora in un momento di assestamento dopo la pandemia. Gli spostamenti per motivi di lavoro misurati con dati Google a metà 2022 sono un quinto inferiori ai livelli pre-Covid (eccetto Monaco, con un gap nell’ordine del 10%). Ciò riflette in parte la recrudescenza della pandemia nei primi mesi di quest’anno; tuttavia, è ragionevole supporre incida anche l’adozione dello smart working in modalità strutturale da parte di molte imprese. Si consideri in merito che nel Comune di Milano ancora nei primi tre mesi del 2022 il 90% delle imprese propone lo smart working ai propri dipendenti.

Più eterogenee sono le distanze dal pre-Covid dell’utilizzo del trasporto pubblico: a Milano gli spostamenti con TPL sono quasi un terzo inferiori al pre-pandemia, un gap simile ad Amsterdam e Berlino, ma più ampio che a Monaco, Barcellona e Parigi.

Con riferimento agli usi della città, è opportuno menzionare che le strategie ‘smart’ dei centri analizzati, con sempre più slancio sull’onda della pandemia includono anche riferimenti a modelli di urbanismo ‘umanistici’ innovativi quali famosamente la città dei 15 minuti. Anche Milano sta approcciando questo modello e inizia a includere sotto il cappello dei 15 minuti iniziative e bandi recenti per ripensare la mobilità e il co-working di prossimità o sostenere attività di impatto sociale.

Per approfondimenti il report completo è disponibile qui.

 
 
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