Edizione 2023

Your Next Milano

Tendenze e sfide della città nel contesto globale

18-10-2023

Dopo aver analizzato nel 2022 la dinamica della ripartenza post-Covid, in questa terza edizione sviluppiamo un confronto temporale su più livelli: le tendenze di medio termine, per continuare a riflettere sulla traiettoria intrapresa e sugli effetti strutturali della pandemia, ma anche le variazioni di breve, per cogliere direzione e ritmo nella nuova normalità.

Obiettivi e metodo

Il confronto internazionale rimane la cifra distintiva di Your Next Milano; nel report consideriamo, infatti, dieci città che, insieme al capoluogo lombardo, sono integrate e rilevanti nel network economico globale pur con identità e funzione diverse. La comparazione include alcune realtà urbane continentali, quali Amsterdam, Barcellona, Berlino, Londra, Monaco e Parigi, ma anche dei modelli extra europei, come Chicago, New York, San Francisco e Tokyo. Nel merito, approfondiamo i centri urbani da tre angolazioni differenti, con l’intento di misurarne il ruolo e la rilevanza all’interno dell’economia globale. Prima, la percezione, intesa come l’immagine di sé che una città proietta all’esterno. Seconda, l’attrattività, vista come la capacità di attirare e fidelizzare persone e capitali. Terza, la performance economica, in termini sia di valore creato sia di lavoro. In più, in questa edizione proponiamo un approfondimento sulla demografia, sempre con comparazione internazionale, esaminando la struttura generazionale anche in ottica di previsioni.

Percezione

La prima angolazione è, dunque, la percezione, conseguenza sia della narrazione esterna, ovvero di come la città si racconta al mondo, sia delle esperienze interne, in particolare di turisti e cittadini.

Innanzitutto, attraverso le lenti di 37 tra i principali ranking internazionali dedicati nel complesso a 719 territori urbani, misuriamo la percezione di Milano nel confronto con le altre città attraverso due indicatori: risonanza e posizionamento. Il primo tiene conto della frequenza con cui una città compare nelle classifiche prese in analisi, mentre il secondo è una sintesi delle posizioni nei ranking.

In termini di risonanza, Milano è presente in più dell’80% dei ranking analizzati, confermandosi così al ventunesimo posto su 719 città. Tra le 11 aree metropolitane prese a riferimento, Milano scivola in fondo alla classifica a causa del recente forte balzo di Monaco; la risonanza piena si conferma, invece, per Londra, Parigi e New York, che continuano a comparire in tutti i principali ranking internazionali, mentre arretrano San Francisco (dalla sesta alla nona posizione) e Amsterdam (che scivola alla quinta). Migliorano leggermente Tokyo (settima), Chicago (tredicesima) e Barcellona (quindicesima a pari merito con Monaco) e rimane stabile Berlino (undicesima).  

Volgendo lo sguardo al posizionamento, Milano figura mediamente al 96esimo posto, anche in questo caso risultando ultima tra gli 11 benchmark. Il confronto con il posizionamento complessivo dell’anno precedente, condotto considerando il ‘campione chiuso’ delle 33 classifiche per le quali disponiamo di raffronto temporale, restituisce un arretramento di tutte le 11 città globali analizzate, con l'unica eccezione di Berlino. La regressione generalizzata è legata a fattori propri delle singole città, ma anche dall’ampliamento da una edizione all’altra del numero di città analizzate dai ranking, così come dalla ascesa di città esterne a Europa e America, soprattutto asiatiche.

In particolare, Milano è ben percepita come meta turistica e di eventi sportivi (13esima), nonché come luogo ideale per il business (22esima), nonostante questo aspetto abbia riscontrato un peggioramento. Una dimensione in crescita è invece l’ecosistema dell’innovazione (41esima), rimanendo però ancora al di sotto dei peer. Infine, i principali elementi di criticità sono l’attrattività verso i talenti (56esima), l’attenzione verso gli aspetti green e smart (83esima) e il fattore congestione e qualità della vita (268esima), che tuttavia mostra segni di miglioramento, sia nel tempo che nel confronto con i benchmark.

Un ulteriore indicatore utile a valutare la percezione di Milano è la popolarità sui motori di ricerca: tutte le città considerate continuano a registrare un livello di ricerche inferiore al pre-Covid. Tuttavia, Milano, con un numero di search in Google che si attesta nel 2022 al -15% rispetto al 2019, è tra quelle che hanno recuperato di più, insieme a Parigi e Barcellona. L’unica eccezione è Tokyo, che grazie ai Giochi Olimpici del 2021 ha accresciuto notevolmente la propria popolarità, riuscendo così a superare molte delle città benchmark, tra cui la stessa Milano, che scivola dal sesto al settimo posto.

Posizione di Milano in termini di risonanza rispetto alle 719 città internazionali considerate (2023)

21°
96°

Posizionamento medio di Milano nei ranking internazionali (2023)

Attrattività

La seconda angolazione di studio è l’attrattività, misurata in termini di capacità di attirare a sé imprese e capitali esteri, talenti internazionali e flussi turistici.

Per quanto riguarda l’attrattività del tessuto economico, nel 2022 Milano è meta di 71 investimenti esteri greenfield, in aumento sui 62 dell’anno precedente e di una volta e mezza superiori a quelli di cinque anni fa. La città si posiziona all’ottavo posto tra i benchmark considerati, davanti a Monaco, San Francisco e Chicago. Nonostante la forte crescita recente, Milano richiama in numero solo un quarto degli investimenti della top performer Londra, che, con 316 nuovi progetti, si conferma la meta più ambita per le multinazionali estere tra i peer.

Rispetto alle altre città, il capoluogo lombardo è caratterizzato da un maggiore grado di diversificazione settoriale, coerentemente con la struttura economica; in particolare, emergono per rilevanza i servizi finanziari, la cui incidenza sul totale risulta in linea con realtà come Londra, Parigi e New York, e l’immobiliare, storicamente un fattore di forte sviluppo per Milano. Inoltre, nel confronto con il 2017 spicca la crescita degli investimenti in life science e nelle tecnologie ambientali, ambiti di estremo potenziale e interesse anche in ottica prospettica.

Guardando ai Paesi investitori, tra le città europee Milano risulta quella con la quota maggiore di progetti greenfield provenienti dal continente; al contempo, aumenta l’incidenza dell’Asia-Pacifico, che sale dal 2% al 10% tra il 2017 e il 2022.

L’attrattività verso i talenti registra invece una lenta progressione: la quota di studenti internazionali sul totale passa da 6,7% a 6,8% tra l’anno accademico 2020/2021 e il 2021/2022, in contrasto con il dinamismo della gran parte dei peer (fa eccezione solo Tokyo). L’incidenza degli stranieri sul totale degli universitari a Milano è, infatti, meno della metà che a Parigi e Amsterdam, circa un terzo che a Berlino e Monaco di Baviera. La quota di studenti internazionali è addirittura sopra il 35% a New York e Londra, che certamente beneficiano dell’essere anglofone, ma vantano anche un’apertura internazionale davvero straordinaria delle proprie università.

Nel dettaglio del capoluogo lombardo, osserviamo un’elevata eterogeneità in termini di provenienza geografica: quasi la metà degli studenti universitari internazionali arriva dall’Asia (45,1%), più di un terzo dall’Europa (37,3%), un decimo dall’America (10,9%) e il 6,4% dall’Africa, a indicare come gli atenei milanesi non vengano scelti soltanto in base a criteri di vicinanza geografica.

Lato attrattività turistica, nel 2022 Milano si posiziona ultima tra le città benchmark per numero di visitatori. Nonostante la spiccata vivacità che ha caratterizzano l’evoluzione del turismo nel capoluogo lombardo, con un aumento del +40,8% tra il 2010 e il 2019 (anno record da 8 milioni di visitatori), lo shock pandemico ha interrotto questa crescita per tutto il biennio 2020-2021, mostrando segnali di ripresa soltanto a partire dallo scorso anno. Tuttavia, nel 2022 nessun benchmark è tornato ai livelli pre-Covid, con Parigi che segna la performance migliore (-6,5% rispetto al 2019) e Londra la peggiore (-31,3%); Milano si attesta a quota 6,1 milioni di visitatori (-23,7%), di cui 3,5 internazionali.

Secondo le proiezioni, Milano potrebbe toccare il picco storico di 8,2 milioni di visitatori nel 2023, mostrando un +33,3% sul 2022 e +1,7% sul 2019. Le stime per l'anno in corso restituiscono uno scenario di pieno recupero dei livelli pre-Covid per quasi tutti i peer, a eccezione di Barcellona e Berlino.

investimenti esteri greenfield a Milano (2022)

71

% di studenti universitari internazionali negli atenei milanesi (a.a. 2021/2022)

6,8%

turisti previsti a Milano nel 2023  

8,2 milioni

Performance economica

Dalla terza angolazione osserviamo la performance economica delle aree urbane, per studiare la loro capacità di generare ricchezza e offrire opportunità lavorative.

Nel 2022 rispetto al 2021, il valore aggiunto di Milano cresce del +4,5% annuo, variazione inferiore ad Amsterdam (+8,4%), Barcellona (+6,6%) e Berlino (+4,9%), ma superiore a New York (+3,3%), Parigi (+2,6%) e Monaco (+2,1%).

A confronto con il periodo precedente l’avvento della pandemia, la ripresa economica registra significative differenze tra città. In questo ambito Milano segna la performance migliore tra i benchmark, con un incremento del +6,0% nel 2022 sui livelli 2019, ben oltre il +1,0% registrato a livello nazionale. Tra i peer che sono riusciti a colmare il gap con il pre-Covid, seguono Berlino (+5,8%), Amsterdam (+5,3%), New York (+4,1%), Chicago (+3,5%) e, infine, Monaco (+1,1%). Barcellona e Parigi invece, non sono ancora tornate sui livelli di valore aggiunto del 2019, distanti rispettivamente del -0,5% e -0,9%.

Con focus sul capoluogo lombardo, la crescita di valore aggiunto del +4,5% nel 2022 sintetizza andamenti differenti tra le diverse parti dell’economia della città: un forte incremento su base annua interessa il settore delle costruzioni (+8,4% sul 2021) e quello dei servizi e del commercio (+5,4%), che invece nel 2021 aveva registrato una ripresa più debole, a causa delle restrizioni anti-Covid ancora in atto. Al contrario, nel 2022 il comparto dell'industria subisce una flessione del -1,0%. Allungando il confronto temporale, tutti i settori avevano già colmato nel 2021 il divario con il pre-pandemia.

Infine, in termini di fatturato, nel secondo trimestre 2023 i servizi alle persone registrano l’incremento più marcato su base annua (+16,0%), mentre il commercio non alimentare quello più contenuto (+0,9%). Anche guardando al 2019, i consuntivi al secondo trimestre dell’anno riportano differenti velocità di ripresa dei settori: cresce il manifatturiero (+35,9%), i servizi alle imprese (+20,2%), gli alberghi e i ristoranti (+19,8%) e il commercio non alimentare (+8,3%), mentre i fatturati del commercio alimentare e dei servizi alle persone non hanno ancora colmato il gap con i livelli del pre-pandemia, distanti rispettivamente del -6,1% e del -9,9%.

Andamenti verso la stessa direzione, ma a ritmi divergenti, si osservano anche lato mercato del lavoro. Dopo un 2021 eterogeneo, che ha visto tassi di disoccupazione sia crescenti, sia stazionari, sia in diminuzione, nel 2022 l'indicatore cala per tutte le realtà considerate.

Nonostante il rientro generalizzato dei livelli di disoccupazione, tassi elevati permangono a Barcellona (9,7%) e Berlino (8,8%); a seguire troviamo il 5,7% di Parigi e il 5,4% di Milano, comunque in contrazione consistente dal 6,5% dell'anno precedente. Tassi inferiori si registrano a New York (4,7%), Chicago (4,7%), Londra (4,5%) e Monaco (4,3%). Infine, San Francisco è la città che nel 2022 ha l'indicatore di disoccupazione più contenuto, pari al 3,0%.

crescita di valore aggiunto a Milano nel 2022 rispetto al 2019

+6,0%
5,4%

tasso di disoccupazione a Milano nel 2022

Demografia

Infine, si esamina l’aspetto demografico, al centro dell’approfondimento di questa edizione, che indaga la struttura di età e le previsioni della popolazione.

Partendo dalla situazione attuale, tra il 2011 e il 2023 i residenti a Milano sono aumentati del +7,5%, per un totale di 1 milione e 354mila. Questa crescita non è però riconducibile al saldo naturale, ovvero alla differenza tra nascite e decessi, che risulta negativo già da diversi anni e che si prevede tale anche in futuro. Inoltre, tra il 2010 e il 2022 il tasso di fecondità totale nella città metropolitana di Milano è passato da un valore di 1,56 figli per donna a 1,23, un trend in linea con quello regionale. Tuttavia, se nel 2010 il tasso di fecondità era maggiore della media nazionale, nel 2022 è invece leggermente al di sotto; la crescita di Milano è quindi dovuta principalmente alla mobilità, sia dal resto d’Italia che dall’estero.

Secondo l’Istat nel 2031 Milano avrà oltre 55mila residenti in più rispetto al 2023. In particolare, l’aumento sarà trainato dalle fasce 15-64 anni e, maggiormente, dagli over 65, che formeranno un quarto della popolazione residente.

Nel confronto internazionale, Milano è la città più “anziana” rispetto ai benchmark non solo per quanto riguarda la componente over 65, ma anche in termini di residenti in età produttiva.

Tra le città analizzate, Barcellona è l’area urbana con la struttura più simile a quella del capoluogo lombardo, presentando quote paragonabili di popolazione in età lavorativa. Ma nel 2031 nella città catalana incideranno maggiormente le fasce più giovani, a differenza di Milano, dove sarà superiore il peso delle classi di età più avanzata. La città di Berlino è caratterizzata nel 2023 da una quota di popolazione attiva superiore, nonostante il gap sia destinato a ridursi entro il 2031; qui si registra una maggiore concentrazione della popolazione attiva nelle fasce più giovani. Fra i benchmark analizzati, Londra è il territorio con la più alta presenza di residenti in età lavorativa: l’incidenza dei 15-64enni supera il 70% sia nel 2023 sia nelle previsioni al 2031. Emerge, in particolare, la capacità della città di “attrarre” persone tra 15 e 24 anni e tra 25 e 34 anni, secondo le previsioni per il 2031. Anche Parigi mostra una quota elevata di residenti di età tra 15 e 64 anni, seppur prevista in riduzione al 2031 a favore della componente anziana, e si distingue, come Londra, per una maggiore concentrazione della popolazione attiva nelle fasce più giovani. Oltreoceano, New York mostra un volto molto giovane dei propri residenti: nel 2023 la quota di giovanissimi è addirittura superiore alla percentuale di over 65. Si osserva tuttavia che nel 2031 il peso della fascia più anziana è prevista in aumento, pur rimanendo inferiore ai livelli previsti per Milano. Per quanto riguarda Chicago, i dati disponibili non consentono un confronto diretto con quelli sinora analizzati per Milano, poiché riferiti agli anni 2020 e 2030. Tuttavia, evidenzia dinamiche simili a New York, con la popolazione di under 15 al 2030 che sarà sui livelli di quella degli over 65.

Anche analizzando gli indici demografici, nel 2031 il capoluogo lombardo avrà sia l’indice di ricambio (calcolato come rapporto tra le cinque generazioni in età lavorativa più anziane, potenzialmente in uscita dal mercato del lavoro, e le cinque più giovani, potenzialmente in entrata) sia l’indice di struttura della popolazione attiva (calcolato come il rapporto tra le 25 generazioni più mature e le 25 più giovani) più elevati tra i benchmark internazionali presi a confronto. Alla luce di tutto ciò, diventa ancor più importante per Milano incrementare la capacità di attrarre giovani talenti dall’estero, così come trattenere quelli già presenti nel territorio.

Conclusioni

Ne esce il quadro di una città che ha reagito prontamente al Covid-19, risalendo e recuperando in pieno. Una città che conferma avere nel dinamismo economico e di business importanti tratti distintivi, che escono addirittura rafforzati nella pandemia. Ma si delinea anche una città il cui ritmo di ascesa recente rimane modesto a confronto con la vivacità di altre aree e che, anche per questa velocità ridotta, continua a soffrire ampi gap rispetto ai primari centri urbani globali. In prospettiva, inoltre, emerge l’urgenza di una risposta allo squilibrio demografico atteso, che si somma alla fatica mostrata di recente nell’attirare giovani e talenti.

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